FLAVIO
TORELLO BARACCHINI
<<Ogni suo atto, un atto di
valore...>>.
Così scrive, nel luglio del 1917, un
corrispondente di guerra dell'<<Illustrazione
Italiana>>, raccontando che l'aviatore
pontremolese Torello Baracchini in trentasette
giorni, dal 15 maggio al 22 giugno, ha sostenuto
trentacinque combattimenti, abattendo nove aerei
austriaci e imponendosi all'ammirazione di tutti
come il <<cacciatore>> che ha riportato
più vittorie nel minor tempo.
Flavio Torello Baracchini nasce a Villafranca
Lunigiana il 28 luglio 1895. A diciannove anni
compiuti chiese l'arruolamento volontario
nell'esercito e fu destinato al 3° reggimento
telegrafisti a Mantova ma ben presto ottenne di
essere trasferito a Torino nel corpo volontari per
l'aviazione. Qui, non ancora in possesso del
brevetto pilota, si cimentò alla guida di un
monoplano e si esibì, con eccelsa bravura,
davanti al comandante e ai compagni di corso.
Assegnato alla guerra aerea, cominciò a
giganteggiare nel cielo del medio-basso Isonzo
abbattendo numerosi aerei. L'agenzia di stampa
Stefani riportò, di ogni combattimento, il
nome del nostro eroe che fu spesse volte ripetuto.
La motivazione della Medaglia d'Oro, conferitagli
nell'agosto 1917, lo definì "abilissimo e
arditissimo pilota" e rimarcò che in "30
giorni di servizio al fronte, sostenne
brillantemente 35 combattimenti aerei". Il
presidente della Repubblica Francese, R.
Poincaré, lo decorò personalmente con
la Croce di guerra con palma; il re Vittorio
Emanuele lo nominò cavaliere dei SS.
Maurizio e Lazzaro.
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