Dopo la fine del Trecento gli insediamenti di Filattiera non sono più stati modificati: quelli abbandonati sono stati via via sepolti, e soltanto i nomi dei luoghi e qualche montagnola o vallo del terreno sono rimasti a indicarne l'esistenza. Poi gli archeologi li hanno sottoposti agli scavi scientifici per ricostruire il passato. In uso sono rimasti soltanto: il borgo nuovo; la chiesa di San Giorgio con i resti del vecchio castello trasformati in una specie di giardino delle memorie, e la chiesa di Santo Stefano nel cimitero. Qualsiasi personaggio di passaggio, arrivato a Filattiera alcuni decenni o secoli dopo il pellegrino Guglielmo, ha tuttavia sempre trovato qualche cosa di diverso, perché, fino all'Ottocento, è aumentata la popolazione, e sono cambiati certi modi di costruire e di abitare: la forma ad esempio, dei portali di pietra ha cambiato più volte moda. Esistono case di cui si vedono ancora i muri ed i portali originali, come quella trecentesca del borgo di Cò, detta dei Malaspina, o completamente conservata e restaurata come quella con bottega del Quattrocento di via Santa Maria. Ci sono edifici del Trecento dei quali è stato cambiato l'uso interno ed il portale nei secoli più recenti, come l'ospitale di San Giacomo. Esistono case del Seicento e del Settecento che hanno finito di occupare gli spazi liberi nel borgo, e che hanno esteso le loro stanze anche sopra alle stanze. C'è infine il corpo occidentale del castello trecentesco che è stato costruito nell'Ottocento in stile medievale. Nella chiesa di Santa Maria,è medievale la parte absidale, ed è stata rifatta nel Cinquecento la parte frontale; in essa sono state gradualmente trasferite le funzioni della pieve, rimasta da sola nel piano. Attorno al grande edificio romanico, restaurato nel Settecento forse a sequito di un terremoto, si sono continuati a seppellire i morti fino alla trasformazione, dopo le leggi napoleoniche, in cimitero comunale, data la sua distanza dall'abitato. Nell territorio di Filattiera si trovano altri edifici medievali nella valle della Capria: oltre a Monte Castello posto nella parte più alta (800 metri di quota, un ora di cammino dalla frazione di Lusigniana), sono interessate le case-torri del Trecento e del Quattrocento presenti nelle frazioni di Caprio e di Ponticello, sulle due rive dell'impetuoso torrente che veniva attraversato dalla via Francigena. Infatti, in mancanza di borghi murati, le famiglie più importanti, che controllavano il ponte ed i confini con il Comune di Pontremoli, abitavano in robuste case accessibili solo dal primo piano mediante una scala di legno retrattile.