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  Cronaca della Lunigiana dal 1901 al 2000  
  Cronaca della Lunigiana dal 2001 in poi  
  Anno 2002  
     
 
 
31 marzo 2002
Ad Aulla contro il Grande Kitsch
Eravamo in 500 sabato 30 marzo ad Aulla a protestare contro la trasformazione di piazza Gramsci in piazza Craxi, voluta dal sindaco Barani
di Maurizio Bardi
 
 
Ci sarà qualche motivo se i primi a difendere Piazza Gramsci da Piazza Craxi siamo stati noi dipietristi! Ci sarà qualche motivo se le truppe istrioniche di De Michelis lanciano uova e minacce contro Antonio Di Pietro! La risposta non è difficile: la restaurazione berlusconiana e neocraxiana avanza e sa bene dove sta di casa lo spirito di Mani Pulite. Così scende in campo il Kitsch del Craxismo, la cui identità è data non dal dibattito politico ma da immagini, da metafore, da un lessico da circo. E' il Grande Kitsch dell'era Berlusconi, il Kitsch dei quiz e degli show, insomma è il vuoto culturale che scende dai teleschermi delle televisioni unificate ed arriva fino nelle piazze. Anche in piazza Gramsci
Per questoi eravamo in cinquecento sabato 30 marzo ad Aulla. Per dire a tutti che gli italiani non devono dimenticare il danno morale, culturale, economico che il craxismo ha provocato al nostro paese, per dire con la nostra presenza che il craxismo non ha niente a che fare con le idee socialiste, ma ne rappresenta anzi una degenerazione, per dire che la sua caratteristica sta nell'avere inventato un modello politico nuovo, un sistema nel quale era vietato operare senza versare "una tangente" o, come dice Di Pietro, una "dazione ambientale". Per dire che noi ci siamo qui, a resistere!
Per la cronaca della giornata di Aulla proponiamo una sintesi dell'articolo di Oreste Pivetta pubblicato il 31 marzo 2002 su L'Unità.

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(da L'Unità del 31 marzo 2002)
Un girotondo ad Aulla per salvare Gramsci

di Oreste Pivetta

AULLA, Povero Gramsci, in carcere per aver difeso le proprie idee, ucciso dai fascisti e sfrattato da Craxi. Hanno pensato che una piazza gli andasse troppo larga e vorrebbero dividerla per dedicarne un rettangolo all'illustre statista, morto nella sua villa d i Hammamet, dopo aver evitato il carcere per i suoi reati, non d'opinione...
Aulla è una cittadina di diecimila abitanti quasi in fondo alla Lunigiana, ormai vicina al mare di La Spezia e di Carrara. Uscendo dall'autostrada, chiediamo al primo cittadino aullese, che ci viene incontro, dove stia piazza Craxi. La signora, cortese, si mette a ridere. Evidentemente ha letto i giornali del mattino, ma non nega l'informazione: in fondo seguendo il fiume, poi a sinistra, ma piazza Craxi non esiste ancora.
Alziamo gli occhi ai primi cartelli comunali: Aulla città del sindaco e del consiglio comunale dei giovani, Aulla città del più bel testo della canzone d'autore, Aulla città dedipietrizzata (con asterisco, che richiama la precisazione: "giudizio politico"). Entriamo in argomento.
Secondo incontro e stessa domanda. Risposta questa volta politica: in fondo a sinistra, all'altezza del supermercato, seguendo i portici, ma non c'è ancora piazza Craxi, però la faranno, d'altra parte era un grande statista, senza di lui non saremmo in Europa, beh, ha rubato, ma sarà una colpa? Boh, ma non discuto. Ecco finalmente la piazza, un rettangolo lungo e stretto, da una parte il municipio in stile modernista, dall'altra una serie di case di infima architettura, a parte qualcosa che ricorda un centro storico. (...)
Insistiamo: dov'è piazza Craxi? Risposta del barista: dall'albero in avanti comincia piazza Craxi, noi per fortuna restiamo in piazza Gramsci. La divisione voluta dal sindaco comincia alla pianta, da un palo che reca al posto della targa del luogo la lettera incellofanata dell'ex prefetto (Carmineo), che spiega: la piazza non si può intitolare a Craxi, perchè non sono passati dieci anni dalla morte, questa è la regola. La lettera è di due anni fa, la regola è stata accantonata: con il visto del ministro Scajola la spartizione si potrà fare e Gramsci rischia di dover convivere accanto a Craxi. Il sindaco, tal Lucio Barani, socialista eterno devoto a Craxi e adesso, per mancanza d'altro, a De Michelis, dice che la delibera è stata approvata dal consiglio comunale a maggioranza e quindi sostiene d'aver dalla sua il popolo di Aulla. Il sindaco non cura le aiuole davanti al municipio e neppure le panchine arrugginite, ma trova il tempo per dedicare le piazze e ha trovato i soldi anche per i monumenti: per quello di Craxi, che verrà, e per quello già installato ai "caduti di tangentopoli". La stele, un obelisco di Axum alto due o tre metri, si alza dal marciapiede accanto a quello per i caduti partigiani (siamo in un provincia medaglia d'oro della Resistenza) e reca alcune iscrizioni: summum ius, summa iniuria e poi, nobile invenzione retorica del medesimo Barani, che firma, "col buio di ogni ingiustizia che almeno il ricordo tenga deste le vittime e i loro carnefici".
La giornata prepasquale ad Aulla si anima per il mercato del mattino e per l'annunciata manifestazione del pomeriggio, manifestazione di alcune forze politiche (Italia dei valori, Rifondazione, Democratici di sinistra) contro quell'obbrobrio di un sindaco, che vuol fare a pezzi la piazza di Gramsci, che allestisce monumenti, che riscrive nel suo piccolo la storia lui che non può ricorrere a rogatorie e falsi in bilancio, reti mediaset eccetera eccetera, apponendo targhe e manifesti, a spese del comune.
Intanto giriamo, tra via della Resistenza per tornare a via Alceste De Ambris. Siamo alle origini del socialismo italiano, che qui, in Lunigiana, ha avuto tanti padri. Tra i tanti che poteva scegliere, da Turati a Lombardi, il sindaco ha però scelto il contumace Craxi: gli piace il socialismo, purchè anticomunista e adesso filoberlusconiano.
Di nuovo davanti al municipio: adesso è pronto il banchetto per il tiro alle uova. Sul fondo, come per il gioco dei barattoli al luna park, sono pronti due ritratti di Antonio Di Pietro, il carnefice di tangentopoli. Sul tavolo canestri di uova, tricolori. Davanti alle uova proprio il sindaco. Un ovale craxiano come nelle vignette di Forattini, con in più i capelli. Improvvisa la sua conferenza stampa. Si fa sempre così. Insulta Di Pietro, quando lo nomina si tocca con grazia manesca, perchè porta male. (...) Poi si esibisce nel tiro all'uovo, sotto l'occhio di un paio di telecamere, con aria giuliva, mentre un bambinone travestito da sessantenne in capelli grigi si mobilita con gli applausi del sindaco in un lancio plurimo a raffica tra grida di giubilo, finchè un bambino biondo in pantaloni corti non lo guarda storto. Il sindaco non frena: improvvisa una pantomima con un figurante che si chiamare "Pacini Battaglia" e gli rifila una mazzetta. I giudici di Brescia avevano già chiarito la questione: Di Pietro non c'entra e adesso potrebbe querelare.
Alcuni addetti del comune smontano il tiro a segno, che avevano un'ora prima montato, caricano le mercanzie su un camioncino con tanto di stemma e scritta comune di Aulla. Ancora soldi pubblici per la giostra anti Di Pietro.
Dopo pranzo si torna in piazza, che è ancora per tutti piazza Gramsci. Rifondazione ha messo il camion, ci sono le bandiere rosse e quelle azzurre di Italia dei valori. Parlano Giorgio Calò, il presidente della Directa e portavoce del movimento di Di Pietro, parla Ciavarri per Rifondazione e Gloria Buffo per i Ds, parlano poi alcuni cittadini anonimi e indignati, gente che conosce Gramsci, che chiede rispetto per un grande italiano, che non ha paura dei magistrati, perchè semplicemente non ha mai rubato , frodato, fregato niente, che non ce l'ha neppure con Craxi, ma non apprezza i ladri... Gloria Buffo ricorda la tragedia che sta vivendo la Palestina , quando ai guai nostri, invita a riflettere sul nostro passato e sul passato di un partito socialista, quello di Turati, di Nenni, di Lombardi, di tanti altri vicini a noi, nel tempo almeno, e sulla necessità presente di essere uniti per sventare certi attacchi alla democrazia e alla giustizia. Un volantino dei diesse della Lunigiana informa: "Il sindaco, non la popolazione di Aulla, dopo il monumento alle vittime di tangentopoli, vuole solo dimostrare che nel nostro paese la corruzione dilagante è stata solo un'invenzione di alcuni giudici comunisti. Sarà la storia a dare un giudizio su Bettino Craxi e non chi lo strumentalizza per una promozione personale". Quelli di Aulla assistono, gli assessori di Barani controllano da certe scale del municipio chi c'è e chi non c'è. Sembrano certe panoramiche di cinematografia mafiosa. D'altra parte come si governa tanto tempo un paese (Barani è sindaco da dieci anni) senza le clientele? La manifestazione si chiude, la polizia schierata in forze come per una adunata sediziosa, come ormai sono diventate tutte le manifestazioni secondo Castelli, torna a casa. Restano i fiori sul monumento ai caduti partigiani. Attesa in serata per gli esorcismi antimalocchio del sindaco, una tra le tanti voci della Casa delle Libertà in cerca di promozione (...)
 
 
 
   
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