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Questa è la
statua stele lunigianese più nota in Italia e
all'estero, per essere stata più volte pubblicata in
testi di archeologia, in riviste ed in trattati sulle
popolazioni italiche. E' un po' il guerriero di Capestrano
della val di Magra.
Se la precedente aveva ancora la sagoma della stele, ancora
più della stele che della statua, pur essendo
considerata già a tutto tondo, questa è
decisamente statua; tuttavia mantiene la rigidità
geometrica del cippo, addirittura del masso inciso,
giacchè la parte inferiore, che fa da basamento,
è la pitra lasciata allo stato naturale. La testa
è a tutto tondo, col viso delineato, gli occhi a
pastiglia, il naso e la bocca. Sotto il mento si nota una
appendice che sembra rappresentare la barba. Il corpo
è squadrato ed anche le braccia sono in posizione
geometrica, con un disegno diverso dalle altre: infatti non
partono dalle estremità della linea clavicolare, ma
dall'altezza del collo. Il cingolum è doppio è
posto tanto in basso da coincidere con l'inizio delle gambe.
Queste, molto eccezionalmente, sono rappresentate, anche se
si tratta di due gambe e di due piedi destri. E' l'unica
statua stele che abbia gli arti inferiori. Tra le gambe si
nota un triangolo che forse vuol significare un perizoma, lo
stesso indumento visto meglio nella n.48 (Bigliolo). Al di
sotto vi sono i testicoli. Naturalmente l'anatomia è
trattata in maniera sommaria. Si vedono, ad esempio, le mani
che sembrano due spatole; esse non afferrano le armi, ma
queste ultime si sovrappongono al loro dorso.
L'armamento è quello classico di questo periodo: i
due giavellotti, l'ascia ed il pugnale ad antenne sul fianco
destro. Tra l'ascia e la linea clavicolare è incisa
una iscrizione interpretata:
UVEZARUAPU(.)S

Il pugnale ad
antenne e l'iscrizione datano questa statua alla metà
del VI secolo a.C; Anche questo singolare monumento proviene
dalla Selva di Filetto. ttualmente si trova nel palazzo
Bocconi di Pontremoli.
E' di proprietà privata.
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