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la guida di aulla |
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Aulla |
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Abati e vescovi conti |
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Un po' di storia
Le lotte fra gli abati e i vescovi conti |
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Foto sopra: l'abbazia di San Caprasio |
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Le lotte fra gli abati e i vescovi conti
Il Comune di Aulla, è il risultato dell'unificazione, avvenuta il secolo scorso, di tre entità ben distinte: Aulla con la sua abbazia, Olivola e Pallerone feudo dei Malaspina, Albiano e Caprigliola, già castelli del vescovo-conte di Luni, che costituiranno in seguito una podesteria del granducato di Toscana.
La storia di Aulla può datarsi dalla nascita dell''abbazia di San Caprasio, uno dei centri monastici più importanti della Lunigiana medioevale, fondato alla confluenza del Magra con l'Aulella, nel 884 dal marchese di Toscana Adalberto e dotato di un gran numero di beni che si estendevano da Albareto in Val di Taro ad Albiano. Data l'origine laicale della sua fondazione, l'abbazia sarà ostinatamente ribelle ai vescovi di Luni e contrasterà le loro mire espansionistiche nella Lunigiana interna. Gran parte delle vicende storiche di Aulla nel medioevo sono caratterizzate da queste lotte tra gli abati ed i vescovi conti di Luni.
Per sedare queste rivalità più volte intervengono i romani pontefici, finché Onorio III nel 1217 sottoporrà l'abbazia di Aulla all'episcopato lunense, che si era già saldamente attestato ad Albiano e Caprigliola.
Il vescovo Enrico, indomito restauratore dei diritti comitali, farà di Caprigliola un caposaldo del suo potere circondadola di possenti mura. La seconda metà del trecento e gran parte del secolo successivo sono caratterizzati ad Aulla ed in Lunigiana da una grande instabilità politica.
I due poteri eminenti dell'età di mezzo, i marchesi Malaspina ed il vescovo di Luni, attraversano una profonda crisi. Altrove, invece, si costituiscono stati a dimensione regionale: Firenze, Genova e Milano vogliono assicurarsi dei capisaldi sull'importante via francigena, così Aulla nel corso del quattrocento conoscerà il dominio della potente famiglia genovese dei Campofregoso, mentre Albiano e Caprigliola nel 1404 passeranno sotto il diritto dominio della Repubblica di Firenze, infine il feudo di Olivola, formalmente autonomo, per continuare la sua esistenza, deve allearsi con i Visconti di Milano, vicari dell'imperatore in Italia.
Con l'età della riforma cattolica, le parrocchie, ormai istituite da secoli, sono il fulcro intorno a cui ruota la religiosità popolare che si organizza in confraternite ed altre pie istituzioni. I cospicui beni dell'abbazia di Aulla sono acquistati dalla nobile famiglia genovese dei Centurione, che esercitano il diritto di giuspatronato anche sulla chiesa abbaziale con la facoltà di nominare il vice abate, e gli altri sacerdoti che dovranno prendersi cura della popolazione locale, mentre il feudo viene venduto dai Malaspina agli stessi Centurione a cui si deve il completamento della fortezza della Brunella che sovrasta dal colle roccioso l'abitato di Aulla.
La via francigena che passa per Aulla non sembra portare grandi benefici alla popolazione locale che vive soprattutto di agricoltura. L'Aulla del '500 è pertanto un borgo rurale animato per la posizione geografica che occupa e per una certa influenza della dominazione genovese, da iniziative commerciali ed artigiani notevoli.
Ad Aulla non vi sono le condizioni perché si formi quel ceto nobiliare di origine cavalleresca, che aveva fatto fortuna al servizio delle principali corti italiane ed europee, nobili che, tornati in patria, investono i loro guadagni in opere di prestigio e in imponenti palazzi che caratterizzano ancor oggi i centri storici di Pontremoli, Fivizzano e Sarzana. |
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