La
spedizione Malaspina
Il momento storico
Il secolo XVIII si caratterizza nella storia delle esplorazioni
soprattutto per la realizzazione di grandi spedizioni transoceaniche
e per il passaggio da una forma di esplorazione volta essenzialmente
alla conquista dei territori d'oltremare da parte delle grandi
potenze europee, all'esplorazione scientifica, finalizzata a una
conoscenza sistematica degli spazi terrestri.
In questo secolo si assiste per la prima volta anche alla realizzazione
di spedizioni internazionali, che quasi sempre avevano anche scopi
politici, ma la partecipazione di studiosi di discipline diverse
e la diffusione che veniva data ai risultati da loro conseguiti
dimostrano come l'interesse della scienza venisse a poco a poco
a sovrapporsi a quelli pratici delle singole nazioni, in armonia
con le premesse illuministiche della cultura del tempo.
Il viaggio di Alessandro Malaspina chiude, si può dire,
alla fine del secolo, l'era delle grandi spedizioni transoceaniche.
Il materiale documentario relativo a questo viaggio venuto alla
luce in questi ultimi anni è enorme.
Tuttavia solo una parte minima delle acquisizioni realizzate con
questa spedizione in un ambito amplissimo di conoscenze potè
venire in qualche modo utilizzata nei primi anni dell'Ottocento,
perchè al suo ritorno in Spagna il comandante fu coinvolto
in un oscuro intrigo di Corte e, processato, venne condannato
alla segregazione e poi all'esilio.
E' significativo che, nei lavori della Spedizione Malaspina, la
figura del viaggiatore italiano quasi non emerga dalla folla dei
suoi collaboratori, come forse ci si sarebbe aspettato. In realtà,
egli fu solo il capo di una spedizione che, per la prima volta,
aveva fatto del lavoro di èquipe il suo punto di forza,
dando spazio a tutti, in un perfetto coordinamento tra l'attività
dei marinai - sia ufficiali, che soldati e ciurme - e quella degli
scienziati e dei tecnici.
Di questo coordinamento il Malaspina fu l'intelligente ideatore.
Attorno a lui, Josè de Bustamante y Guerra, Dionisio Alcalà
Galiano, Felipe BauzàJosè Espinosa, Cayetano Vaidès
e molti altri sembrano condividere i suoi entusiasmi e la sua
ambizione a svolgere le proprie mansioni nel migliore dei modi.
Le
premesse politiche
L'impresa di Alessandro Malaspina è intimamente connessa
alla felice collaborazione istauratasi all'epoca di Carlo III
di Borbone tra Italia e Spagna; la sua formazione culturale risente
profondamente dello spirito innovatone che animò il regno
di quel sovrano; la sua caduta in disgrazia è una evidente
conseguenza del cambio di indirizzo della politica spagnola dopo
l'ascesa al trono del debole Carlo IV, in un momento in cui i
contraccolpi della rivoluzione francese si facevano sentire in
Spagna sotto forma di un inatteso ritorno al conservatorismo,
che trovò espressione nell'illimitato potere, del primo
ministro Manuel Godoy.
Cultura
e scienza in Spagna nel '700
In Spagna, come in altri paesi d'Europa, la seconda metà
del Settecento fu caratterizzata da una intensa attività
culturale e scientifica, promossa e sostenuta dalla diffusione
delle idee illuministiche ai massimi vertici dello stato.
Attorno a Carlo III, indubbiamente il più intelligente
e aperto sovrano spagnolo del XVIII secolo, gravitava un gruppo
di statisti e pensatori di prim'ordine, intenzionati a introdurre
nell'apparato statale tutta una serie di riforme per ammodernarne
le strutture amministrative, sia in patria sia nelle colonie.
A differenza di quanto era accaduto nel secolo precedente, quando
erano prevalse le preoccupazioni di carattere mercantilistico,
nel corso del Settecento gli avvenimenti internazionali catalizzarono
l'attenzione dei più illustri pensatori spagnoli sui problemi
connessi all'amministrazione dell'impero e su quelli sociali ed
etnologici.
La coscienza dello stato di stallo della situazione coloniale
spagnola impose a uomini di stato, ecclesiastici, amministratori
e anche semplici viaggiatori una riflessione sui mali e sui possibili
rimedi.
In campo scientifico, il grande sviluppo della Storia Naturale
promosse gli studi di geologia, botanica e zoologia anche nei
paesi d'oltremare, dove la varietà degli ambienti favoriva
ogni tipo di ricerca scientifica. Molti scienziati spagnoli fecero
dell'America il loro laboratorio di ricerca e per loro merito
le scienze della natura ebbero in Spagna un notevole sviluppo.
L'organizzazione
del viaggio
Il 10 settembre 1788 il brigadiere della Real Armada Alessandro
Malaspina e il capitano di fregata Josè Bustamante y Guerra
presentavano al re Carlo III un progetto di viaggio scientifico-politico,
finalizzato ad una migliore conoscenza delle condizioni e delle
risorse dell'impero spagnolo d'oltremare. Il 14 ottobre il re
dava il suo consenso.
Avevano cosi inizio i preparativi di una spedizione che per durata,
lunghezza di itinerario, precisione di organizzazione e risultati
scientifici può essere considerata tra le più grandi
realizzate nel XVIII secolo. Facendo tesoro della esperienza di
coloro che l'avevano preceduto, e in particolare di James Cook,
Malaspina organizzò il suo viaggio fin nei minimi dettagli,
circondandosi di uno staff di collaboratori selezionati tra i
migliori che esistevano allora in Europa.
Tra gli ufficiali di cui poteva disporre la Real Armada, scelse
degli specialisti, come il naturalista Antonio Pineda, il cartografo
Felipe Bruzàl'astronomo e cartografo Dionisio AlcalàGaliano.
Altri collaboratori vennero da altri paesi d'Europa: il naturalista
Tadeo Haenke dalla Boemia, i pittori Fernando Brambilla e Juan
Ravenet dall'Italia.
Nell'arsenale della Carraca furono appositamente costruite due
corvette, laDescubierta e l'Atrevida, il cui equipaggio completo
era di circa 100 uomini cadauna,tra ufficiali, marinai, scienziati
e tecnici.
In rapporto con la molteplicità degli scopi che si proponeva,
l'itinerario della spedizione fu non solo molto lungo, ma anche
assai complesso. Spesso furono fatte lunghe soste; alcune deviazioni
rispetto al progetto iniziale del viaggio furono dovute a ordini
giunti dalla Spagna in un secondo momento.
Le
tappe del viaggio
La spedizione lasciò il porto di Cadice il 30 luglio 1789
e giunse a Montevideo il 20 settembre successivo. Qui sostò
più di un mese e mezzo. Il 15 novembre riparti dal Rio
de la Plata per la Patagonia e le Isole Falkland (allora Malvine),
la cui importanza strategica sulla rotta di Capo Horn era stata
messa in luce dai grandi viaggi transoccanici degli anni precedenti.
Entrate poi nell'Occano Pacifico nei primi giorni del 1790, le
corvette si diressero verso l'Isola di Chiloè. Oltre alle
solite operazioni geodetiche e astronomiche, a Chiloè furono
compiute due escursioni e una accurata determinazione della longitudine.
Fu anche possibile avvicinare alcuni rappresentanti della tribà
dei Viliches, che per la prima volta venivano a prendere ufficialmentecontatto
con gli Spagnoli.
Il 19 febbraio la Descurbierta e l'Atrevida ripresero il mare
per Valparaiso, ma poichè si dovevano compiere molte ricerche,
Malaspina stabili che procedessero separatamente su itinerari
diversi. Da Valparaiso una parte degli ufficiali si trasferi nella
vicina Santiago, per prendere contatto con le autorità
locali e per compiere le dovute esperienze fisiche e astronomiche,
mentre Antonio Pineda approfittò della sosta per fare un'escursione
alle miniere d'argento di San Pedro Nolasco.
Ripartita il 14 aprile, la spedizione giunse 4 giorni dopo a Coquimbo,
dove la mattina del 30 aprile le corvette si divisero per la seconda
volta. la Descubierta doveva raggiungere le Isole San Fèlix
e quindi perlustrare il litorale del Perù fino al Callao,
l'Atrevida doveva invece proseguire lungo la costa fino allo scalo
di Arica, da dove poi avrebbe raggiunto anch'essa il Callao. Dopo
i necessari approvvigionamenti, il 20 settembre 1790 la spedizione
riparti verso Guayaquil, da dove furono compiute diverse escursioni
lungo la costa e verso l'interno.
Quindi il 28 ottobre l'Atrevida e la Descubierta fecero rotta
per Panama. Qui, in un ambiente naturale ancora incontaminato,
gli scienziati poterono compiere appassionanti ricerche naturalistiche.
Fu in questa occasione che Malaspina progettò e studiò
per primo la possibilità di realizzare un canale che mettesse
in comunicazione i due oceani nella zona di Panama.
All'inizio del 1791 le corvette navigavano lungo la Costa Rica.
Poichè le calme e le correnti rallentavano la navigazione,
per accelerare i tempi fu decisa una nuovaseparazione: l'Atrevida,
dopo aver visitato le Isole Cocos, doveva fare rotta direttamente
su Acapulco; la Descubierta avrebbe compiuto una più accurata
ricognizione della costa fino ad Acapulco.
Appena giunse in questo porto, Malaspina ricevette dalla Spagna
l'ordine di esplorare sistematicamente la costa nord-occidentale
del continente, per verificare l'attendibilità di quella
relazione di Ferrer Maldonado che tanto interesse aveva suscitato
in Europa, dopo che il geografo francese Philippe Buache l'aveva
giudicata credibile.
La perlustrazione compiuta dalla Descubierta e dall'Atrevida,
sulle coste meridionali dell'Alaska, tra la metà di giugno
e il 26 luglio 1791, non portò alla scoperta del passaggio
all'Atlantico, ma alla riprova - peraltro rimasta ignorata per
quasi un secolo - che lo Stretto di Maldonado non poteva esistere.
La campagna del Nord-Ovest durò in totale poco più
di quattro mesi, dalla partenza da Acapulco (1 maggio 1791) all'arrivo
a Monterrey (11 settembre), e comprese anche una lunga sosta a
Nutka, dove vennero stabiliti cordiali rapporti con il locale
cacicco.
Una parte degli ufficiali e degli scienziati fu però lasciata
ad Acapulco, per completare il rilevamento cartografico dell'America
dal Realejo a San Blas.
Esplorate rapidamente anche le coste californiane, l'Atrevida
navigò verso Acapulco e la Descubierta verso San Blas,
dove sostò quanto bastava per rendersi conto dell'insalubrità
del luogo.
Il 14 ottobre 1791 le corvette si trovavano di nuovo vicine nel
porto di Acapulco; all'inizio del nuovo anno intrapresero la parte
più avventurosa del viaggio, dirigendosi verso le Isole
Marianne. Il primo ancoraggio fu stabilito nella Baia di Umatac,
nella parte occidentale di Guam; il 24 febbraio si riparti per
le Filippine.
Da Manila, il 1 aprile, l'Atrevida salpò per Macao, per
ripetere là le esperienze con il pendolo semplice, mentre
la Descubierta e le imbarcazioni di appoggio furono utilizzate
per esplorare accuratamente i mari delle Filippine. I naturalisti
intanto compivano escursioni nell'interno delle isole; nel corso
di una di queste escursioni perse la vita il naturalista Antonio
Pineda.
Visitata anche Mindanao, nel dicembre 1792 la navigazione riprese
verso gli sperduti gruppi insulari del Pacifico meridionale. Questa
deviazione verso terre non ufficialmente soggette alla Spagna
aveva, oltre a scopi di carattere scientifico, anche altri fini:
in taluni casi si doveva rivendicare la priorità spagnola
di alcune scoperte, in altri si voleva verificare la situazione
politico-amministrativa delle colonie inglesi. Cosi fu nel caso
della lunga sosta, dal 13 marzo all'11 aprile 1793, a Port Jackson,
nei pressi della Botany Bay.
Dedicata invece prevalentemente allo studio della popolazione
indigena fu la successiva tappa a Vavao, nelle Isole degli Amici,
dove le corvette giunsero il 20 maggio 1793.
ll viaggio di ritorno si svolse seguendo quasi interamente l'itinerario
già percorso. Le corvette giunsero al Callao verso la fine
del luglio 1793 e qui furono sbarcati gli ammalati e alcuni scienziati,
che vollero compiere il viaggio per Buenos Aires per via di terra,
per dedicarsi allo studio delle regioni interne dei continente
sudamericano. Durante la navigazione dal Per™ a Montevideo le
corvette si separarono ancora una volta, dividendosi il compito
di una nuova esplorazione delle coste meridionali dell'America.
Infine, salpate da Montevideo il 21 giugno 1794, le corvette giunsero
a Cadice il 21 settembre.
I
risultati della spedizione
La perfetta organizzazione del lavoro e l'entusiasmo dei componenti
della spedizione avevano permesso di compiere con grande accuratezza,
in ogni scalo, le previste esperienze di fisica e di astronomia,
di eseguire i rilevamenti cartografici con relativa rapidità
e di raccogliere una massa enorme di dati statistici, di animali
e di piante nuovi, e di reperti etnologici. In parte questi materiali
erano stati inviati in Spagna durante il viaggio; in parte arrivarono
con le corvette nel giugno 1794.
Subito dopo il ritorno, si cominciò a ordinarli, in previsione
della stesura di un'opera monumentale, che avrebbe dovuto impegnare
ancora per molti anni gli scienziati e i tecnici che avevano partecipato
al viaggio. Ma nel novembre 1795 Malaspina, venne arrestato e
imprigionato, e il lavoro dei suoi collaboratori fu interrotto.
Una parte dei materiali raccolti dalla spedizione venne sequestrata
e forse distrutta; il resto si disperse in vari archivi.
Essendo venuto a mancare il coordinamento, la pubblicazione dei
risultati del viaggio fu solo parziale e passò quasi inosservata
al di fuori dei confini della Spagna.
I rilevamenti cartografici furono utilizzati per costruire carte
moderne dell'America e dell'Oceania, che in gran parte vennero
pubblicate nei primi anni dell'Ottocento dalla Direcciòn
de Hidrografia, di cui erano divenuti direttore e vicedirettore
due compagni di Malaspina, Josè Espinosa y Tello e Felipe
Bauza'. Espinosa pubblicò anche delle Memorie astronomiche,
mentre il botanico Luis Neè cominciò a catalogare
le piante che erano state collezionate durante il viaggio.
Una piccola parte dei disegni eseguiti dai pittori al seguito
della spedizione servi a illustrare la Relacion del viaggio delle
golette Sutil e Mexicana, data alle stampe nel 1802. Per il resto,
tutto rimase inedito.
Però, anche se non ebbero un effetto immediato sulla scienza
e sulla cultura del tempo, gli studi e le ricerche di Malaspina
e dei suoi collaboratori non sono andati completamente perduti.
Oggi possiamo servircene, infatti, per ricostruire e illustrare
una fase molto significativa dei rapporti politici, economici,
sociali e culturali tra l'Europa e i continenti extraeuropei,
e in particolare di quelli della Spagna con le sue immense colonie.
Attraverso i minuziosi rilevamenti cartografici di Bauzàcome
attraverso i dipinti di Brambilia, Ravenet, del Pozo, o i disegni
di Guio e Pulgar, emerge non solo un quadro vivace della geografia
fisica e umana dell'America Meridionale e dell'Oceania alla fine
dei Settecento, ma soprattutto l'interesse nuovo con cui la cultura
illuministica, anche in Spagna, guardava a queste regioni, e la
prospettiva moderna dei progetti di riforma di Malaspina a rivendicare
la priorità spagnola.