Collesino
Il paese, formato da diverse borgate, trovasi a 6 Km da Bagnone
lungo la strada provinciale della Val d'Enza, che collega la media
valle del Magra con il passo del Lagastrello, è di origini antiche,
perché la parrocchia figura nominata nei registri vaticani delle
"decime" già nel 1287 tra quelle alle dipendenze della pieve dei
Santissimi Ippolito e Cassiano (attuale Pieve di Bagnone).
Luogo
di passaggio per coloro che dal bagnonese intendevano raggiungere
l'alto parmense (la cosidetta Lombardia) già dopo il 1100 figurava
in possesso dei marchesi Malaspina i quali fortificarono il punto
più avanzato del paese, l'attuale borgata Castello, ed istituirono
un corpo di guardia tra Collesino e l'Apella (marchesato di Varano
in val Taverone) al fine di riscuotere il pedaggio a coloro che
oltrepassavano il confine del marchesato.
Quando nel nel 1348 si
formò il feudo autonomo di Bagnone, Collesino con Compione, Mochignano
e Pastina venne a fare parte del marchesato e per un certo periodo
fu anche sede del marchese, tanto che ancora oggi la ex casa marchionale
è chiamata "la cà del marches". Da allora ha sempre seguito le sorti
di Bagnone, fino all'unità d'Italia. Nel 1557 la parrocchia fu visitata
dal Vescovo Lomellini il quale lasciò scritto che "propter paupertam
loci" non veniva conservato il Santissimo Sacramento nella cappella
chiesa del paese, allora posta in località Castello, quasi attigua
all'ex casa dei marchesi Malaspina. L'attuale chiesa parrocchiale
risale al 1600 ma dal 1926 al 1928 venne completamente ristrutturata
(parroco don Quinto Barbieri) così come si presenta attualmente,
attraverso due anni di lavoro gratuito messo a disposizione dai
parrocchiani.
La torre campanaria risale al 1500 ed è stata completamente
restaurata ultimamente (parroco don Eugenio Borrini) riportandola
allo stato primitivo di muratura faccia a vista. Dai registri della
parrochia, che risalgono alla fine del 1700, risulta che mediamente
il paese poteva contare su 250 anime, toccando il massimo nel 1932
con 310 abitanti, attualmente la popolazione è molto diminuita causa
la massiccia emigrazione, così come è accaduto in tutta la Lunigiana.
La chiesa, formata da un'ampia navata centrale, è bella e spaziosa;
l'altare in marmo bianco di Carrara, opera pregevole sotto il punto
di vista stilistico, è stato posto in opera nel 1948 (parroco don
Mario Barbieri).
Un bellissimo quadro, attribuibile a fine 1500,
raffigura la Madonna del Rosario ed è da considerare opera pittorica
di alto pregio come preziosissimo è un velo omerale del 1700 tutto
lavorato in filigrana di argento e di oro, a mano, degno di fare
parte della dotazione di una chiesa cattedrale, senz'altro un pezzo
unico in tutta la Lunigiana. Tra le quattro statue che adornano
la chiesa, una lignea del 1700 raffigurava il Cristo caduto sotto
il peso ella croce ed è attribuibile alla scuola di Romano da Pisa,
così come la consimile che si trova a Pontremoli.
La parrocchia
antichissima ed importante perché fino al 1942 aveva giurisdizione
anche sulla cappellania di Compione, è sempre stata ritenuta come
un secondo seminario, nel senso che i giovani parroci vi venivano
avviati per approfondire la vita pastorale, trattandosi di paese
di montagna e un tempo di disagiata dimora, ma molto attaccato alla
chiesa ed ai parroci che di volta in volta hanno retto la parrocchia.