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Cronaca di un secolo in Lunigiana
a cura di Maurizio Bardi |
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Il
Ponte Zambeccari
La costruzione di questo
ponte rese necessario l'abbattimento della chiesa
parrocchiale dei SS. Giovanni e Colombano, con
grande agitazione della cittadinanza, subito divisa
tra favorevoli e contrari all'operazione.
L'edificio da demolire non aveva nulla di artistico
e che valeva che fosse conservato; così come
si deve convenire che il trasferimento della parrocchiale
nell'antica chiesa extra moenia di S. Francesco non
poteva che tornare di vantaggio, dopo i debiti
rimborsi da parte del Comune. Tuttavia, il fatto
che a decidere una volta per tutte l'abbattimento
della chiesa fosse la prima Amministrazione
Comunale socialista di Pontremoli, guidata da
Pietro Bologna, fu bastante per ogni genere
polemico. In effetti quella demolizione era stata
decretata sino dal 1892 quando, realizzata la
ferrovia con la stazione di Pontremoli sulla
sinistra della Magra, fu chiara la necessità
di costruire un ponte sul Verde percorribile in
maniera più razionale di quanto potevano
offrire (o non offrire) i due ponti allora unici
- ed ancora esistenti - di S. Francesco di Sopra, o
della Cresa, e di S. Francesco di Sotto, o del
Casotto. Era il Comune di Zeri che chiedeva un
accesso facile alla ferrovia. Ma le polemiche
presto cessarono e i Pontremolesi, nelle calde
serate d'estate, scoprirono il piacere di
passeggiare sul nuovo ponte.
I più sarcastici, tra i vecchi sentimentali,
inventarono una battuta che ripeteva, sulle note di
una famosa romanza "Sù e zù,
sù e zù ma la Cesa l'an gh'è
pù!"
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Pontremoli - Chiesa
parrocchiale dei SS. Giovanni e Colombano prima dell'abbatimento del ponte avvenuto nel 1914 |
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