IL
SOCIALISMO FERROVIARIO
Nelle tre principali
società ferroviarie italiane esistenti,
Mediterranea, Sicula e Adriatica, lavoravano oltre
100.000 ferrovieri con 295 qualifiche a secondo
della società di appartenenza.
Lavoravano in
media 13 ore al giorno con uno stipendio che
variava dalle 15 lire mensili per una guardiana,
alle 400 lire per un capostazione titolare.
I
ferrovieri erano stati tra i primi ad organizzarsi
sindacalmente formando società di mutuo
soccorso già dal 1871. Presidente di questa
società era stato eletto il macchinista
Cesare Pozzo, mentre a capo della rappresentanza
del personale viaggiante era stato eletto il
conduttore Giuseppe Mantovani.
I ferrovieri
più sovversivi venivano mandati in punizione
nei luoghi dove il lavoro era particolarmente
pesante. Così Mantovani venne mandato alle
dipendenze del Deposito Personale Viaggiante di
Pontremoli, come molti altri, in quanto considerata
zona disagiata lontana dai grandi centri e con
pessime condizioni di lavoro a causa dei continui
saliscendi e delle numerose gallerie di questa
linea.
L'apporto dei ferrovieri nell'avvento del
socialismo in Lunigiana è stato
fondamentale. Erano infatti la categoria più
unita di lavoratori e la loro partecipazione per la
riuscita agli scioperi era fondamentale. (G.
Salvanelli) |