Stefano
Bertolini
giureconsulto (1711 -1782)
Il suo nome si legò indubbiamente al periodo delle riforme che nel
XVIII secolo furono iniziate soprattutto in Lombardia, in Toscana
e a Napoli.
Stefano Bertolini occupò un posto di primo piano nel
riordinamento legislativo ed economico nella Toscana del '700, accanto
a Neri, Ruccellai, Tavanti e Gianni.
Nacque a Pontremoli nel 1711
ed ebbe un'educazione di tipo umanistico nel collegio di Prato,
compì a Pisa gli studi universitari presso la facoltà di Giurisprudenza
ove prese contatto con professori come Bernardo Tanucci e Pompeo
Neri, che furono promotori di illuminate riforme legislative. Si
formò una cultura vasta e solida riflettendo sui principi del diritto
e indagando criticamente la funzione della storia sull'evoluzione
delle leggi. Si rese conto che occorreva superare il dogmatismo
dei principi, contrastanti con le nuove consuetudini, giungendo
a un riordinamento del corpo di leggi vigenti che si sarebbe dovuto
basare principalmente sul diritto naturale.
Intraprese viaggi in
Francia, Inghilterra, Svizzera e Olanda dove venne a contatto con
la cultura europea, soprattutto quella francese. Qui si rese conto
dell'arretratezza della situazione toscana se confrontata all'evoluzione
della scienza provocata dall'Illuminismo in Francia.
Le riflessioni
che andava maturando le espresse nell'"Analyse raisonèe de l'Esprit
des loix", un'opera del 1754 scritta come prefazione all'"Esprit
des lois" di Montesquieu a commento dell'opera del grande francese.
L'"Analyse" è una sintesi fondamentale del pensiero economico e
politico di Stefano Bertolini. In essa vengono affrontati i rapporti
tra regime politico e libertà, la divisione dei poteri, il diritto
di proprietà e i diritti dell'uomo.
In precedenza il Bertolini aveva
raccolto sette volumi di documenti intitolati "Appendix ad Muratori
Monumenta Medii Aevi" nei quali si trovano statuti, deliberazioni
e contratti dal '300 al '500 relativi alla storia della città di
Siena e di alcuni centri della Maremma. Tutto lavoro che svolse
come funzionario granducale. Altra opera importante del 1756 è "Massime,
Esempi e Trattati in Tucidide", una raccolta di note in cui l'autore
trova un rapporto tra Tucidide e Machiavelli. Nel 1771 Bertolini
pubblicò un libretto anonimo dal titolo "La mente di un uomo di
Stato" in cui vengono ordinati alcuni passi del Machiavelli relativi
alla necessità di un governo illuminato. Stefano Bertolini lavorò
presso la Camera Granducale sino al 1755, in quel momento procedette
a stendere "I Regolamenti di Marina". Fu nominato in seguito Auditore
Generale dello Stato Senese che comprendeva allora anche la Maremma.
Nel 1773 fu nominato da Pietro Leopoldo Primo Auditore della Consulta
di Grazia e Giustizia col compito di sovrintendere all'amministrazione
della giustizia e allo studio di nuove leggi. Sino al 1778 mantenne
questo incarico, poi sostituì il Rucellai al posto di Segretario
del Regio Diritto. In questo tempo si occupò dei rapporti tra Stato
e Chiesa e si adoperò, tra l'altro, per dividere Pontremoli dalla
diocesi di Sarzana ed istituire una nuova diocesi. Prima della morte,
avvenuta nel 1782 a Firenze, fu nominato Consigliere di Stato, la
più alta magistratura cui potesse accedere. |