Luigi
Campolonghi
scrittore, giornalista (1876 - 1944)
Luigi Campolonghi è figura di primo piano nella storia del socialismo
italiano.
La sua fu una vita avventurosa, interpretata col segno
della fede nei valori della dignità dell'uomo e della democrazia.
Nacque a Pontremoli nel 1876 "in una patriarcale facoltosa famiglia
pontremolese" come dice Mino Tassi che ne fu il biografo. Studiò
presso il Collegio Maria Luigia di Parma da cui fu espulso nel 1894
per propaganda rivoluzionaria. Altre due volte fu cacciato per lo
stesso motivo da scuola e troncò definitivamente gli studi nel 1898
quando dovette fuggire a Marsiglia per evitare di essere arrestato.
A Pontremoli a quel tempo si era formato un attivo gruppo di militanti
socialisti attorno all'avvocato Pietro Bologna che aveva fondato
sin dal 1887 un Circolo Operaio e successivamente una Cooperativa
di Produzione e di Lavoro.
A queste iniziative aveva partecipato
anche Campolonghi con Azeglio e Angiolino Cortesi, Tito Bassignani,
Vittorio Carloni, Pietro Ferrari, Orlando e Pirro Orlandini, Alceste
De Ambris e Giovanni Sardella impegnati in un'azione di emancipazione
politica e sociale.
Nacque in questo periodo (1898) il giornale
socialista "La Terra", direttore fu Luigi Campolonghi, tuttavia
per poco tempo poiché lo stato d'assedio in provincia di Massa,
nel maggio, pose fine alle pubblicazioni del giornale dopo otto
numeri.
Per ordine del generale Heusch le sezioni socialiste furono
sciolte e furono messi in stato di arresto i dirigenti, non Campolonghi
che riuscì a fuggire. In Francia rimase tre anni adattandosi ai
mestieri più diversi.
Qui pubblicò a sue spese un piccolo giornale
"L'Emigrante", due romanzi di ispirazione populista, "La Zattera"
e "Vita d'esilio", e iniziò a scrivere sul "Petit Provencal" di
Marsiglia. Interessatosi all'organizzazione sindacale degli scaricatori
di porto fu espulso dalla Francia per attività sovversiva.
Nel 1900
rappresentò Roma al VI Congresso Nazionale Socialista la sezione
di Marsiglia; fu in questo periodo che sposò Ernesta Cassola, cognata
di Leonida Bissolati, allora direttore dell'"Avanti". Si stabilì
in Liguria dedicandosi totalmente al giornalismo come redattore
del "Lavoro". Pubblicò il romanzo "La Nuova Israele", un dramma,
"Il Seminatore", il volume di novelle "Il Popolo" e raccolse documenti
sul processo di Francisco Ferrer.
Nel 1910 fu nominato dal "Secolo"
di Milano e dal "Messaggero" di Roma corrispondente da Parigi. Durante
la prima guerra mondiale svolse opera di sensibilizzazione a favore
dell'alleanza tra Francia e Italia.
Nel 1923 tornò in Italia per
dare le dimissioni dal "Secolo" caduto sotto l'influenza fascista,
poi si ritirò a Guascogna dove prese in affitto una fattoria che
fu meta di molti fuoriusciti italiani: Amendola, Natoli, Trentin,
Torrigiani.
Qui con De Ambris fondò la Lega Italiana dei diritti
dell'uomo. A Mandelieu fondò la Fratellanza Franco - Lunigianese.
E' in questo periodo che scrisse "Una cittadina italiana tra l'800
e il '900", un libro che rievoca magistralmente il piccolo mondo
pontremolese della sua giovinezza, e le liriche "Esilio".
Nel 1940
fu colto da emiplegia. A Bordeaux si recarono a fargli visita: Levi,
Saragat e Pacciardi. Rientrato in Italia nel 1943 trovò rifugio
a Settimo Vittone in Val d'Aosta dove cessò di vivere l'anno dopo. |